Il commissario europeo al Mercato Interno ha recentemente avanzato una proposta per estendere il copyright (dagli attuali 50 anni a 70 anni dopo la morte) agli interpreti di canzoni. Con questa proposta l’Europea verrebbe ad allinearsi a quanto già previsto negli Stati Uniti.
La progressiva estensione di strumenti di controllo della creatività, come il copyright o i brevetti (sul sw abbiamo solo qualche mese fa rischiato l’introduzione della brevettabilità) stride a mio parere con l’esigenza di favorire l’innovazione e lo sviluppo della ricerca. Del resto la pretesa giustificazione del diritto d’autore quale strumento di difesa della proprietà intellettuale necessario a garantire la sostenibilità del processo di nuova creatività, si scontra alla prova dei fatti. Nella realtà, la maggior parte degli autori è costretto all’oblio mentre solo pochi ossequiosi alle dinamiche di mercato di poche multinazionali riescono ad emergere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento